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Che cosa può succedere con una caldaia difettosa ?

Se una caldaia è difettosa, o se la combustione non è ottimale, si possono verificare conseguenze anche gravi dovute soprattutto alla formazione e diffusione di monossido di carbonio (CO). Il monossido di carbonio, che costituisce una delle principali cause degli incidenti domestici, è un gas inodore, incolore, tossico, letale anche in piccole concentrazioni. Soprattutto in caso di caldaie o scaldabagni a camera aperta e tiraggio naturale, se la fiamma del bruciatore anziché essere tesa ed azzurra, dovesse risultare irregolare e giallastra, è consigliato spegnere immediatamente la caldaia e contattate urgentemente l’assistenza tecnica. Al fine di limitare inconvenienti di questo tipo è fondamentale che la caldaia venga opportunamente e regolarmente sottoposta ad operazioni di controllo e manutenzione ordinaria, normalmente annuale, conformemente a quanto prescritto dalle istruzioni tecniche redatte dalla casa costruttrice dell’apparecchio.

In quali circostanze l’ossido di carbonio si può formare e diffondere nell'ambiente ?

Ad esempio in caso di combustione in un locale non sufficientemente aerato, per il cattivo funzionamento del sistema di scarico dei fumi o per malfunzionamento della caldaia dovuto a scarsa manutenzione o errata taratura e regolazione. Per questo motivo, soprattutto durante il periodo invernale, si consiglia di tenere le prese di areazione sempre ben pulite e libere da eventuali ostruzioni.

E’ importante tenere ben aperta la presa di areazione ?

Una presa di areazione è fondamentale ai fini della sicurezza, infatti, nel locale nel quale in cui viene bruciato gas combustibile (generatori di calore, apparecchi di cottura dei cibi, scaldacqua, radiatori individuali, stufe, caminetti ecc. ecc.) l’areazione deve essere sufficiente per permettere la regolare combustione. Per questo motivo le aperture di ventilazione predisposte devono essere mantenute molto ben pulite e libere da materiali che possano ostruire il corretto ed adeguato afflusso di aria comburente. A titolo informativo si evidenzia che per la corretta combustione di 1 m3 di gas metano sono necessari circa 10 m3 di aria comburente.

Che cosa è necessario fare per mantenere in sicurezza il proprio impianto gas ?

Oltre a verificare con regolarità l'efficienza delle prese d'aria è consigliabile, soprattutto per chi usa caldaie a camera aperta e tiraggio naturale, contattare periodicamente un’impresa abilitata al fine di controllare l’efficienza e la corretta evacuazione dei prodotti della combustione, l'integrità, la conformità e la pulizia del sistema di scarico fumi. Oltre a queste operazioni, sempre ai fini della sicurezza, è fondamentale far eseguire da personale qualificato la manutenzione annuale della caldaia.

E' importante controllate periodicamente la scadenza del tubo gas del piano cottura ?

Se il collegamento del piano di cottura all’impianto gas è stato realizzato con tubazione in gomma è fondamentale, ai fini della sicurezza, controllare periodicamente lo stato di mantenimento del tubo e la data di scadenza. In caso di danneggiamento del tubo oppure semplicemente in caso che la data di scadenza su di esso riportata sia stata raggiunta, il tubo deve venir prontamente sostituito. Se, invece, il piano di cottura è del tipo “ad incasso”, è opportuno verificare che il tubo di adduzione gas sia del tipo flessibile in acciaio inox, che non ha data di scadenza ma è obbligatorio per questo tipo di apparecchi.

Cosa si deve fare in caso si dovesse avvertire odore di gas dalla caldaia ?

Il consiglio è quello di chiudere immediatamente il rubinetto di adduzione gas, normalmente di colore giallo e posto usualmente sotto la caldaia, spegnere la caldaia e chiamare prontamente l'assistenza tecnica.

Chi è responsabile della gestione e della manutenzione della caldaia autonoma ?

Il Responsabile dell’esercizio e della manutenzione di una caldaia autonoma è sempre l'occupante dell'alloggio qualsiasi titolo esso rivesta: proprietario, locatario o usufruttuario. Il Responsabile deve incaricare un’impresa abilitata ai sensi della Legge 37/08 (ex Legge 46/90) che dovrà eseguire con le periodicità indicate dal costruttore della caldaia, la manutenzione ordinaria della caldaia e l’analisi dei prodotti della combustione.

Ogni quanto tempo devo far eseguire la manutenzione della caldaia ?

La manutenzione ordinaria della caldaia, secondo quanto prescritto dal più recente D.P.R. 74/2013, deve venir effettuata secondo le indicazioni rilasciate dal costruttore dell’impianto o, in mancanza di queste, secondo le istruzioni di uso e manutenzione redatte dalla casa costruttrice della caldaia stessa (libretto di istruzioni all'uso e alla manutenzione). Normalmente tutti i costruttori di caldaie e scaldabagni indicano che per mantenere un apparecchio a gas sicuro ed efficiente la manutenzione deve venir eseguita perlomeno con scadenza annuale.

Cosa si intende per “Analisi della combustione” ?

L’analisi dei prodotto della combustione, detta anche “prova fumi”, è un’importante operazione che serve a verificare il rendimento energetico dell’impianto termico ed il suo funzionamento in sicurezza (prova del tiraggio e verifica della percentuale di monossido di carbonio). La prova di combustione viene effettuata con sofisticate apparecchiature tecnologiche normalmente con scadenza quadriennale in occasione dell’invio del “bollino verde” all’Ente di controllo anche se, per motivi di sicurezza e di emissioni inquinanti, è sempre buona norma eseguirla sempre in occasione della manutenzione ordinaria in conformità a quanto previsto dalla normativa UNI 10389.

Cos’è il Libretto di impianto ?

Il Libretto d'Impianto è una vera e propria "carta d'identità" della impianto termico e di climatizzazione. Su di esso sono sempre riportati i dati del cliente, i dati di targa dell'apparecchio, i dati degli altri eventuali componenti dell’impianto termico e di climatizzazione e, soprattutto, tutti gli interventi di manutenzione e i dati relativi all'analisi dei prodotti della combustione che devono venire registrati periodicamente.

Da quando è in vigore il “Nuovo Libretto di impianto”?

La normativa (D.P.R. 74/2013) ha previsto, a partire dal 15 Ottobre 2014, un nuovo modello di Libretto di Impianto. Per gli impianti esistenti esso dovrà venir compilato in occasione della manutenzione annuale ordinaria dell’impianto termico tramite il manutentore, e verrà affiancato al vecchio Libretto che non dovrà essere buttato. In caso di sostituzione di un apparecchio (ad esempio la caldaia) non servirà compilare un Nuovo Libretto ma basterà aggiornare il Libretto esistente qualora sia quello di ultima versione. Per gli impianti nuovi, invece, un Nuovo Libretto dovrà venir rilasciato dall’installatore dell’impianto stesso.

Cos'è la “Dichiarazione di Conformità” ?

La Dichiarazione di Conformità è un documento che deve venir rilasciato dall’impresa installatrice dell’impianto termico o della mera sostituzione del generatore di calore. L’impresa installatrice deve essere abilitata in base alla Legge 37/08 (ex Legge 46/90) e la Dichiarazione è indispensabile per effettuare la prima accensione di una nuova caldaia e l’avvio della garanzia. Con questo documento l’impresa installatrice attesta che l'impianto è stato realizzato nel rispetto delle norme di legge e può funzionare in sicurezza. Nel caso che la Dichiarazione non sia stata rilasciata, il Responsabile dell’impianto deve risalire all'installatore dell'impianto e richiederla.

E’ importante eseguire la prima accensione ed il collaudo della caldaia ?

Il collaudo iniziale è un’operazione fondamentale che viene eseguita esclusivamente da tecnici autorizzati dalla Casa Costruttrice della caldaia che, grazie alla loro comprovata esperienza e capacità, sono in grado di regolare al meglio la combustione, di ottimizzare il rendimento dell’apparecchio, di fornire al cliente tutte le spiegazioni necessarie al fine di utilizzare al meglio il nuovo generatore e dare opportune informazioni sui servizi offerti e sui contratti di manutenzione, come ad esempio l’estensione di garanzia.

Qual è la durata media di una caldaia ?

Mediamente la vita di una caldaia è di circa 16-18 anni. Questo non vuol dire che essa è destinata a non funzionare più correttamente dopo questo periodo o che diventi poco sicura, ma è molto probabile che essa sia diventata vetusta e tecnologicamente superata se messa a confronto con i nuovi modelli prodotti nel frattempo che sicuramente hanno ed avranno sempre migliori performance in termini di comfort e consumo. In tutti i casi è riscontrato che una buona manutenzione ordinaria programmata è sicuramente un ottimo viatico per allungare la vita di un apparecchio.

Che cos’é una caldaia a camera stagna e flusso forzato ?

La caldaia a camera stagna e flusso forzato è una caldaia installabile senza la necessità di creare l’areazione per il prelievo dell’aria comburente. La caldaia a flusso forzato può venir installata con un canale da fumo concentrico che permette di evacuare i fumi e prelevare l’aria contemporaneamente e direttamente dall’esterno, oppure, in casi impiantistici particolarmente lunghi, con un doppio condotto. La particolarità più importante è la camera di combustione che è stagna rispetto all’ambiente in cui è installata, caratteristica costruttiva che va ad aggiungersi all'espulsione forzata dei fumi attraverso un elettroventilatore, particolari questi che garantiscono una maggiore sicurezza. A fronte dell’entrata in vigore di importanti normative riguardanti il risparmio energetico, da Settembre 2015 tutti i Costruttori di caldaie non possono più costruire ed immettere sul mercato caldaie a camera stagna tradizionali. Tuttavia, quelle che si riescono ancora a reperire, possono ancora venir regolarmente vendute ed installate.

Che cos’è una caldaia ecologica ?

Una caldaia ecologica è una caldaia a camera stagna dotata di un particolare bruciatore che permette di abbattere notevolmente le emissioni inquinanti. Come la caldaia a camera stagna, anch’essa è installabile senza la necessità di una areazione per il prelievo dell’aria comburente. Anche la caldaia ecologica può venir installata con un canale da fumo concentrico oppure con un canale da fumo sdoppiato. Le caldaie ecologiche, solo in particolari condizioni di installazione, possono scaricare i prodotti della combustione direttamente in facciata. A fronte dell’entrata in vigore di importanti normative riguardanti il risparmio energetico, da Settembre 2015 tutti i Costruttori di caldaie non possono più costruire ed immettere sul mercato caldaie a camera stagna tradizionali o ecologiche. Tuttavia, quelle che si riescono ancora a reperire, possono ancora venir regolarmente vendute ed installate.

Che cos’è una caldaia a condensazione ?

Questi tipi di apparecchi sono a camera stagna con un bruciatore ed uno scambiatore di calore che grazie alla loro particolare conformazione puntano allo sfruttamento del calore dei fumi ad alta temperatura che normalmente viene scaricato nell’ambiente. Il calore dei prodotti della combustione di una caldaia tradizionale rappresenta uno spreco di energia ed un danno ambientale perché va a riscaldare l’atmosfera terrestre. Nelle caldaie a condensazione, invece, si utilizzano particolari tecniche per trasmettere questo calore all’acqua raffreddando i fumi. Con qualche piccolo accorgimento all’impianto di riscaldamento, la maggior efficienza energetica di questi apparecchi può permette di portare dei risparmi dal 20% fino al 40% rispetto ad una caldaia tradizionale. A fronte dell’entrata in vigore di importanti normative riguardanti il risparmio energetico, da Settembre 2015 tutti i Costruttori di caldaie possono costruire ed immettere sul mercato solo questo tipo di caldaie.

Perché è meglio affidare il proprio impianto ad un Centro di Assistenza Autorizzato ?

La Legge italiana non fa nette distinzioni tra installatore termoidraulico e manutentore di impianti a gas, né tanto meno tra manutentore generico e manutentore autorizzato dalla Casa Costruttrice. Tutti questi operatori sono abilitati dalla Legge 46/90 ad operare sugli apparecchi a gas. Le differenze principali riguardano il periodo di garanzia convenzionale dell'apparecchio che è garantito solo per gli interventi dal Centro Assistenza Autorizzato. Essere supportati direttamente dal costruttore di caldaie, pertanto, dà diverse garanzie all'utente come ad esempio l’utilizzo di ricambi originali (e garanzia sugli stessi), l’applicazione di tariffe trasparenti sia sulle prestazioni che sui ricambi (consultabili da chiunque sul listino ufficiale dell'anno in corso), la preparazione tecnica specifica sul prodotto, l’aggiornamento continuo su nuove anomalie e soluzioni (conoscere il prodotto riduce i tempi d'intervento e previene guasti già conosciuti) ma, soprattutto in caso di eventuali reclami, disservizi o anomalie tecniche, l'utente ha sempre la possibilità di richiedere la supervisione della casa madre che sempre attenta all'operato dei propri centri di zona.

Cos'è il contratto di manutenzione programmata con estensione della garanzia ? Quali vantaggi comporta ?

Spesso il centro di assistenza tecnica incaricato della prima accensione della caldaia propone all’utente la stipula di un contratto di manutenzione programmata su base pluriennale. Da prassi, a fronte di una collaborazione che si protrae nel tempo, il centro assistenza offre all’utente un monitoraggio accurato della macchina, che tiene conto degli interventi effettuati in passato e di quelli che possono essere posticipati. Tutto questo si traduce in una maggior tranquillità, combinata a sicurezza, risparmio e prezzi chiari e garantiti nel tempo. Che si scelga per la formula programmata o meno, è bene far controllare periodicamente la caldaia da personale tecnico specializzato per ridurre le emissioni inquinanti, garantire la sicurezza propria e degli altri, ottimizzare il funzionamento dell'apparecchio, diminuire gli sprechi e dunque i costi di riscaldamento ed evitare di incorrere in sanzioni da parte del Comune o della Provincia di appartenenza.

E' utile collegare alla caldaia una sonda esterna ?

Collegare la sonda esterna è molto utile e conveniente soprattutto quando questa è allacciata alle caldaie più recenti come, ad esempio, le caldaie a condensazione. Quasi tutte le caldaie di ultima tecnologia sono predisposte per il funzionamento con una sonda esterna che regola automaticamente la temperatura di mandata dell'impianto di riscaldamento in funzione della temperatura esterna. Tanto più fredda sarà la temperatura esterna, tanto più calda sarà la temperatura di mandata della caldaia. Questa operazione porta ad un evidente risparmio energetico soprattutto nel periodo autunnale e primaverile o comunque in presenza di temperature miti. Se la caldaia non è predisposta per il collegamento ad una sonda esterna si può, in alternativa, semplicemente agire sul termostato caldaia abbassando la temperatura di mandata quanto fuori fa più caldo e rialzando il termostato caldaia quando invece la temperatura esterna è più rigida.

Qual'è la pressione corretta di funzionamento di un impianto di riscaldamento ?

E' importante, ad impianto freddo, controllare periodicamente e la pressione segnata sul manometro della caldaia. Negli impianti a “vaso chiuso” deve sempre misurare 1,0 - 1,2 bar. Nel caso in cui la pressione fosse troppo bassa sarà necessario caricare acqua attraverso il rubinetto di carico (vedi Libretto istruzioni), normalmente posto nella parte inferiore della caldaia. La pressione non deve mai superare i 3,0 bar, pertanto, se la pressione dovesse superare i 2,5 bar bisognerà togliere dell'acqua, ad esempio dalla valvola di sfiato di un termosifone, in modo da riportare il livello alla posizione sopra consigliata. E' assolutamente normale che durante il funzionamento in servizio di riscaldamento la pressione oscilli tra 1,0 – 1,2 bar ad impianto freddo, fino a 1,8 – 2,0 bar con impianto caldo.

Cosa sono le valvole termostatiche? Come funzionano? Sono necessarie ai fini del risparmio energetico ?

Le valvole termostatiche sono componenti accessori che si possono installare sui radiatori allo scopo di regolare la quantità di acqua che scorre all’interno di ogni singolo radiatore in funzione della temperatura richiesta dall’ambiente. In combinazione ad un termostato ambiente su cui l’utente imposta la temperatura desiderata secondo le fasce orarie della giornata, l’attività delle valvole consente di determinare la temperatura desiderata in ciascun locale della stessa abitazione, riducendo così gli sprechi energetici e stabilizzando la temperatura in ogni singola stanza.

E' possibile risparmiare sui consumi di gas mantenendo inalterato il calore in casa ?

Assolutamente sì! L’installazione della sonda esterna, delle valvole termostatiche e, soprattutto, di un cronotermostato ambiente a fasce orarie consente un’efficace regolazione della temperatura in funzione delle proprie esigenze ottimizzando così i consumi. Non tutti sanno che, nei periodi non particolarmente freddi, mantenendo la temperatura di mandata dei radiatori al di sotto dei 60°C (anche in maniera automatica installando dove possibile la sonda esterna) è possibile risparmiare fino al 4% del consumo di combustibile su base annua. Per un buon comfort climatico la temperatura che si consiglia di impostare è di 20°C circa, ma in alcuni ambienti è possibile ridurla, con l’utilizzo di valvole termostatiche sui radiatori, fino a 19-18°C (per esempio nelle stanze da letto) senza compromettere il comfort: ogni grado in meno equivale alla riduzione di oltre il 5% dei consumi.

A quale temperatura, in inverno, è consigliabile tenere il termostato ambiente per poter ridurre i consumi ?

Più bassa è la temperatura e, come è lecito aspettarsi, maggiore sarà il risparmio energetico. Indicativamente è consigliabile impostare il termostato ambiente a 20 °C e non oltre. Ogni grado di temperatura in meno sul termostato consente di abbattere i consumi di oltre il 5%.

E' vero che i fumi che fuoriescono dalle caldaie a condensazione sono bianchi anziché grigi ?

Vero! I "fumi bianchi" praticamente sono il vapore acqueo prodotto dalla condensazione dei fumi combusti. Nelle caldaie tradizionali i fumi combusti fuoriescono a temperature prossime ai 110°C, mentre nelle caldaie a condensazione gli stessi non superano i 70°C (in media si attestano anche intorno ai 50°C). Per questo motivo la maggior parte dell'energia recuperata proviene dalla condensazione del vapore acqueo contenuto nei fumi e prodotto dalla combustione. Le caldaie a condensazione sono meno inquinanti di tutti gli altri tipi di caldaia e i "fumi bianchi” ne sono una prova.

E' vero che le caldaie a condensazione sono efficienti solo se inserite in impianti termici a pavimento ?

Assolutamente falso! Sostituire una caldaia tradizionale con una a condensazione, anche in un impianto termico con radiatori tradizionali, consente un notevole risparmio sui consumi (solitamente da un 15% annuo a salire). Chiaramente il massimo del rendimento delle caldaie a condensazione viene espresso su tutti gli impianti a bassa temperatura come quelli a pavimento e/o a pannelli radianti. Si possono raggiungere, tuttavia, ottimi rendimenti anche su impianti con radiatori tradizionali qualora essi vengano maggiorati di un 20-30% in modo da aumentarne la superficie radiante al fine di poter abbassare la temperatura di mandata della caldaia.

Per installare una caldaia a condensazione è necessario installare anche una nuova canna fumaria? Devono essere impiegati collegamenti aggiuntivi?

Sì! Le caldaie a condensazione devono essere installate con uno specifico apparato di scarico fumi (in materiale plastico) fornito dallo stesso costruttore della caldaia ed idoneo a sopportare un clima interno costantemente umido in quanto attraversato da vapore acqueo. Per queste caldaie, inoltre, si aggiunge la necessità di prevedere un apparato di scarico per la condensa acida della caldaia.

E' possibile spostare il generatore termico esistente? E' possibile installare la caldaia all'esterno?

La Normativa UNI 7129/08 regola il posizionamento del generatore termico. Si tratta di una normativa a cui è necessario attenersi scrupolosamente, per la propria sicurezza e quella degli altri. Il posizionamento all’esterno (per esempio su balconi, terrazzi, etc.) è possibile, purché l’apparecchio che si intende installare goda della certificazione di conformità all’installazione esterna. In caso di caldaia a condensazione installata all’esterno dell’edificio, consigliamo sempre di controllare il condotto di scarico della condensa che, se non adeguatamente protetto durante il periodo invernale, potrebbe ghiacciarsi e occludersi causando il blocco della caldaia.

E’ davvero indispensabile eseguire il “lavaggio dell’impianto” prima di installare una nuova caldaia ?

ll lavaggio dell’impianto di riscaldamento è un’operazione molto importante da fare, soprattutto prima di installare una nuova caldaia a condensazione. Oltre a questo, il lavaggio è anche un obbligo di legge previsto chiaramente dai DLGS 195/2005, DLGS 311/2006 e DPR 59/2009. I vantaggi di eseguire questa operazione sono numerosi : si allunga la vita dell’impianto, si riducono i consumi, si ripristina lo scambio termico e il calore arriva dove è richiesto, si prevengono guasti alla caldaia, alle valvole e ai circolatori dell’impianto, si blocca la corrosione dell’impianto, si ripristina l’impianto al rendimento termico di progetto, si risolvono problemi di uniformità di calore nelle varie stanze e si possono risolvere problemi legati alla rumorosità e alla formazione di aria o gas nei tubi.

Eseguendo il “lavaggio dell’impianto” posso aumentare il rendimento globale dell’impianto ?

Certamente ! Liberare l’impianto (radiatori, tubazioni, etc.) dai fanghi e dai depositi accumulati nel corso degli anni, vuol dire ripristinare la piena efficienza dell’impianto, un'azione fondamentale indipendentemente dal tipo di caldaia installata. Per massimizzare il risparmio energetico è necessario ridurre la temperatura di mandata del riscaldamento; la presenza di fanghi, depositi e calcare nel circuito non consente il funzionamento con temperature relativamente basse. La pulizia dell’impianto garantisce anche una maggiore durata ed affidabilità di tutti i componenti dell’impianto. Il lavaggio del circuito e il relativo trattamento dell’acqua di impianto è quindi un’operazione molto importante, non a caso è obbligatoria per legge, il suo costo viene recuperato in tempi brevi grazie al risparmio energetico immediato ottenuto.

Esistono agevolazioni fiscali che incentivano l'installazione di una caldaia a condensazione ?

Sì! A seguito dell'entrata in vigore dei regolamenti in materia di risparmio energetico (Normativa ErP), l'installazione di caldaie a condensazione consente di usufruire delle detrazioni fiscali. Esistono 2 tipi di detrazioni fiscali: 1) Detrazione fiscale per risparmio energetico (Legge n.296 del 27 Dicembre 2006 - Finanziaria 2007) che prevede una detrazione fiscale IRPEF del 65% (fino a 10 anni) per interventi di risparmio energetico. Condizioni necessarie per accedere a questa detrazione sono di installare un generatore a condensazione, di installare le valvole termostatiche sui radiatori (nel caso si possieda questo tipo di impianto) e di far redigere la certificazione energetica da un professionista abilitato e trasmettere la documentazione all'ENEA. 2) Detrazione fiscale per ristrutturazione edilizia (Legge n.83 del 22 Giugno 2012) che prevede la detrazione fiscale IRPEF del 50% (fino a 10 anni) per interventi per il recupero del patrimonio edilizio. Condizione necessaria per accedere a questo tipo di detrazione è solo quella di installare un generatore a condensazione.

Quali tipi di impianto solare termico esistono ?

Gli impianti solari termici possono essere suddivisi in due categorie principali: 1. Impianti a circolazione naturale: soluzioni impiantistiche, interamente istallate in esterno, semplici, compatte ed economiche, adatte per impianti di piccole dimensioni. In questa tipologia di impianti il serbatoio di accumulo è posizionato sopra al collettore solare e la circolazione del fluido è garantita grazie al progressivo riscaldamento del fluido. 2. Impianti a circolazione forzata: soluzioni dedicate ad impianti di taglia medio-grande, in previsione di un utilizzo continuo durante tutto il corso dell’anno. Sono caratterizzati dalla presenza di un serbatoio d’acqua in grado di accumulare acqua calda e/o fluido riscaldato. Questa tipologia garantisce una migliore integrazione architettonica ed un migliore risultato estetico, consentendo di collocare il serbatoio in un idoneo locale tecnico.

Che percentuale di fabbisogno di acqua calda si può coprire con i pannelli solari nel corso di tutto l’anno?

In base alla collocazione geografica del sito di installazione è possibile coprire fino all’80% del fabbisogno annuo. Superare tali percentuali significherebbe sovradimensionare l’impianto rendendolo economicamente e tecnicamente poco conveniente. In pratica, si otterrebbero modesti miglioramenti a fronte di maggiori costi, con il rischio di avere nell’impianto carichi termici notevoli nel corso dell’estate. Normalmente, nelle zone climatiche più miti, da Aprile ad Ottobre l’impianto solare è quasi autosufficiente per la produzione di acqua calda sanitaria.

Posso installare su un impianto una caldaia usata?

La risposta ce la fornisce il combinato di norme UNI 7129 e 7128 nelle loro ultime edizioni del 2015. 

 

La Uni 7129-15 parte 2, al punto 4.1, dice che: “Non è consentito installare apparecchi a gas non integri; inoltre non è consentito installare apparecchi, montati in modo fisso, rimossi e dismessi da altri impianti, se non preventivamente rimessi a nuovo”.

 

La norma parte quindi con un divieto, ma prevede una eccezione (di difficilissima applicazione), esemplificata dalla UNI 7128-15 al punto 11.3: “Con rimessa a nuovo” si intende l’insieme delle operazioni atte a ripristinare la funzionalità e le prestazioni di un prodotto precedentemente immesso sul mercato e poi dismesso, al fine di immetterlo nuovamente in commercio e/o metterlo in servizio in un differente impianto. Ciò comporta la necessità di accertamento da parte del “fabbricante” (anche se diverso dal fabbricante originario) della conformità del prodotto “rimesso a nuovo” a tutte le disposizioni legislative applicabili”.

 

Per “fabbricante”, sempre secondo la UNI 7128, si definisce anche la persona fisica o giuridica che mette in commercio (per esempio a titolo di vendita e/o locazione e/o noleggio, anche se gratuito), un prodotto rimesso a nuovo assumendosi gli obblighi previsti dalle disposizioni legislative applicabili”.

 

Come si può notare, la norma rende quasi impossibile il ‘mercato dell’usato’, in quanto le operazioni di rimessa a nuovo comportano responsabilità pesanti che vanno a carico di chi ha fornito la caldaia (idraulico o proprietario che sia). L’operatore che dovesse intervenire su un impianto nel quale è stata collocata una caldaia ‘usata’ non rimessa a nuovo, deve segnalare nelle prescrizioni la fattispecie, invitando il responsabile a richiedere o effettuare la rimessa nuovo oppure a sostituire la caldaia con una nuova.

 

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